Sulla verità

Serge Raynaud de la Ferrière: estratti da “Yug Yoga Yoghismo”

La Verità deve essere Reale. La realtà è il Presente.
Il passato non esiste, anche se può essere esistito … in ogni caso non esiste più; esiste unicamente il Presente. Il Futuro non esiste, forse esisterà; in ogni modo non esiste ancora. Soltanto il Presente esiste. Realizzare il Presente è l’Unica VERITÀ”.

“La Verità non può essere privilegio di alcuni o di un luogo particolare. Dio si trova ovunque, sempre, senza limitazioni, senza che sussista la possibilità di rinchiuderlo, sia pure entro le mura della più bella cattedrale o nel rituale del più sontuoso dei templi”.

“La Verità è al di là dei libri, dei Maestri e delle Dottrine. Però, prima di potervi accedere, dobbiamo salire molti gradini perché o sappiamo troppo o sappiamo troppo poco!
Sappiamo troppo per essere umili, per essere puri: i ragionamenti ci impediscono di elevarci semplicemente attraverso la contemplazione; oppure, sappiamo troppo poco per realizzare pienamente la Sintesi di tutte le cose”.

“La Verità risiede in noi come dappertutto ed essa non si manifesta a chi si agita per cercarla, perché ciò significa perdere la perfetta armonia, la tranquillità che offre la migliore possibilità di incontrare il Sentiero, il TAO”.

“Scienza e Religione sono le due polarità indispensabili per giungere alla Verità. Per Scienza si intende il senso illimitato del Sapere: la conoscenza che deriva dalla cosiddetta ‘scienza ufficiale’ e da quella chiamata ‘occulta’. Per Religione (dal latino religare = legare insieme, riunire) non si deve intendere un’istituzione ecclesiastica organizzata, ma il significato autentico della sintesi generale delle concezioni della Saggezza e di tutte le dottrine, considerate nell’ottica di riunire insieme i Grandi Principi Antichi”.

“La Verità non è qualcosa di bello né di repulsivo, così come Dio non è né buono né cattivo e la luce non risiede solo nella religione o nell’occultismo.
Si deve ricercare la Verità nell’Infinito eterno e non in un insegnamento, in una dottrina, in un libro, in una scuola, in un concetto, e tantomeno nell’intellettualismo, nell’arte o nella scienza, perché questi non sono che delle consuetudini che delineano il cammino, tappe che aiutano a percorrere il Sentiero.
L’Iniziazione non si circoscrive a una cerimonia, a uno studio più o meno complicato, ma consiste piuttosto in uno stato di realizzazione da raggiungere, e benché si raggiunga per mezzo di una documentazione sui vari aspetti del pensiero umano, va chiarito che le materie considerate non sono l’oggetto, ma semplicemente dei mezzi”.

 

 

Sulla pace

Serge Raynaud de la Ferrière: da “Sus documentos”

PACE. In questa parola mette tutta la sua energia la Gran Fratellanza Universale che cerca nuovamente, nel corso della storia, di intervenire sui temi importanti dell’umanità… È molto difficile per l’essere umano concepire e realizzare questo stato, perché con l’orgoglio che lo caratterizza vuole sempre elaborare il mondo, ma il suo punto di vista non oltrepassa il suo orizzonte; si considera il centro dell’universo e non riflette sul ruolo che deve svolgere… L’essere umano parlerà di pace a patto che il suo io personale sia fortemente saldo, perché non appena si toccano i suoi istinti atavici, risponde: ‘Guerra’…

Volare più in alto

Un aneddoto inviatoci dal Sat-Arhat Gustavo Toro

Impegnarsi significa dedicarsi totalmente a una missione e avere il coraggio di andare oltre i dubbi, gli ostacoli e le battute d’arresto.

Significa volare più in alto come lo dimostra questo aneddoto:

All’alba dell’aviazione la fusoliera era fatta di tela ed accadde questo: un giovane pilota inglese stava testando un debole monomotore in un’avventura pericolosa intorno al mondo partendo dall’India.

Decollò ma dopo un po’ udì uno strano rumore dietro il posto di guida. Guardò bene e si rese conto che c’era un topo a bordo.

L’animale rosicchiava la copertura della tela e avrebbe potuto distruggere il suo fragile aereo. La sua vita era a grande rischio in quanto non c’era nessun aeroporto nelle vicinanze.

All’improvviso si ricordò che un topo non avrebbe resistito a grandi altezze; volò perciò più in alto sino a quando cessò il rumore e conseguentemente il pericolo.

Ora sai cosa fare di fronte agli ostacoli, alle critiche crudeli, all’invidia e ai giudizi senza cuore.

Invece di abbassare lo spirito, vola solo più in alto. Elevati in quanto i topi non resistono alle altezze. Dai valore al potere dell’impegno.

La Gran Fratellanza Universale e l’ordine naturale dell’Universo (parte 4)

José Marcelli Noli: Note 1014-1016

1014. Oltre ai fattori individuali e di gruppo, si deve tener conto dei fattori celesti e terrestri che generano l’interazione del macrocosmo con i microcosmi e dei microcosmi con il macrocosmo. Il macrocosmo condivide la sua forza di manifestazione della Vita con i microcosmi e i microcosmi condividono la loro coscienza con il macrocosmo, come il Potenziale Puro dell’Essere anima le particelle di ogni individuo e le sue particelle condividono la loro coscienza con l’individuo. Questo ha costituito la base degli studi di Astrologia, la vita degli dei e la loro influenza sulla vita degli uomini, che in seguito si è evoluta come Cosmobiologia, come Vita Cosmica, e ora si inizia a chiamarla Cosmogenetica, applicando la Legge dell’Insieme di Insiemi.

1015. Tutto, nella Realtà, gira attorno a un centro e i centri si attraggono per affinità selettive ed elettive formando, insieme, centri più elevati e vicini al Centro naturale di tutti i centri che è l’Essere Supremo, in questa ottava della Natura. Lo stesso avviene con gli Esseri Umani, e questo produce il fenomeno dei Maestri Iniziati nell’Essere, come esseri più vicini all’Essere Supremo. Ma anche i centri meno sviluppati si uniscono con centri affini e acquisiscono potere istintivo, militare, religioso, e agiscono in forma unilaterale producendo squilibri ed estremismi che fanno collassare nel tempo l’ordine naturale. A questo si devono le tensioni e i conflitti che a volte sfociano in tumulti, sia negli individui sotto forma di malattie che nei gruppi che portano avanti ogni tipo di guerre, che sono le malattie sociali.

1016. é importante tenere presente che ogni piano della Natura è un insieme di centri. Per esempio, in un corpo umano il primo centro è correlato alla materia e gli Yogi lo chiamano Muladhara Chakra, il secondo è quello dell’Energía e così via, fino a completare i sette centri che hanno, insieme, un centro, che è il Chakra Anahata, il Chakra del Cuore punto d’incontro tra l’Essere e l’Umano, senza che questo infici il fatto che il Tutto sta in tutto e ogni cosa deve stare al suo posto. Il centro della Realtà umana totale è l’Essere chiamato Sahasrara Chakra.

La Gran Fratellanza Universale e l’ordine naturale dell’Universo (parte 3)

José Marcelli Noli: Note 1011-1013

1011. Ogni Essere Umano, oltre a dover affrontare e attualizzare costantemente ed equilibratamente la propria dualità come Essere e come Umano, deve prendere decisioni di fronte ai cambiamenti cosmici e storici che lo influenzano nell’ambito della sua polarità di Uomo o di Donna e si deve rapportare direttamente o indirettamente con le circostanze e le decisioni di altri Esseri Umani.

1012. Questo fatto si spiega iniziaticamente con la Legge dell’Insieme di Insiemi che permette la manifestazione dell’unità nella diversità, dell’Universo e dell’Individuo, come Essere con coscienza
particolare, individuale, che è la somma delle coscienze di tutte le particelle e insiemi di particelle che gli danno forma ed esistenza umana.

1013. Ciò consente di comprendere la responsabilità individuale senza staccarla dalla responsabilità di gruppo nella realtà dello Spazio-Tempo curvo e continuo, in cui ogni causa generata da un individuo o da un insieme di individui, segue una traiettoria curva e continua e ritorna al luogo d’origine trasformata in effetto, buono o cattivo, secondo la causa che lo ha prodotto. Il destino non è opera degli dei, ma di ogni individuo o gruppo di individui.

Introduzione a “Yug Yoga Yoghismo – una matesi di psicologia”

di Serge Raynaud de la Ferrière

Prima di affrontare qualsiasi considerazione sullo yoga credo sia utile fornire una precisazione che ritengo indispensabile, dato che in quest’opera sarà esaminato un argomento che può essere sì applicato all’autorealizzazione ontologica, ma anche alla dialettica, alla teoretica, alla logica e alla stessa Scienza. Nello scrivere questo libro non ho la pretesa di considerarmi un SIDDHA in quanto pratico realmente lo yoga solo da alcuni anni. In effetti, il SADHAKA è colui che si abbandona completamente ad un’estasi continua. Qui non si tratta di giudicare se questo è, o non è, il cammino da seguire. Personalmente ho altre aspirazioni e ciò, se da un lato mi priva del diritto al titolo di Perfetto Yoghi, dall’altra mi permette di esprimere liberamente la mia opinione al riguardo.

È stato scritto molto sullo YOGA, ma è evidente come ancora regni una gran confusione sul tema, sia nell’esporlo, che nell’esprimere un giudizio. Il vero Yoghi non scriverà mai su tale argomento, in quanto lo stato che egli ricerca (SAMADHI) è una beatitudine sopra-cosciente che sostituisce ogni altro pensiero, e che, pertanto, pone il soggetto nella più completa impossibilità di farsi comprendere dai suoi contemporanei.

Bisogna infatti capire, che lo Yoghi non aspira ad altro che al proprio perfezionamento, senza occuparsi degli altri, se non per il necessario. Ciò non significa che sia un egoista, poiché, dal suo punto di vista, egli non può veramente aiutare i propri fratelli esseri umani, se non quando abbia raggiunto per sé il grado di saggezza denominato JYOTI (illuminazione).

Immerso in uno stato di costante concentrazione (DHARANA) come potrebbe preoccuparsi di istruire gli altri? Come potrebbe sentire la necessità di tornare alle occupazioni “ordinarie”, o anche solo di rientrare nel piano materiale per vivere “come chiunque altro”? E se questo avviene nel DHARANA, come potrebbe ugualmente non avvenire, a maggior ragione, in grado superiore, nello stato della REALIZZAZIONE?… Si rimane nell’EKAGRATA , ascoltando la musica interiore, in perfetto SANTOSH (rapimento, sublimazione).

È necessario avere il più profondo e sincero desiderio di aiutare l’umanità per poter assumere la Missione di educatore (GURU). Non c’è nulla di più difficile che insegnare, intendendo con questo termine l’insegnamento spirituale INIZIATICO; non si tratta del comune insegnamento universitario, bensì di INIZIARE gli studenti alle Scienze Sacre. Il GURU deve affrontare prove difficili per dimostrare le sue capacità prima di essere riconosciuto come tale dagli Yoghi: prove di conoscenza intellettuale, prove di capacità spirituale, prove di perfetto e totale controllo del corpo e del pensiero.

È molto difficile scrivere con esattezza su qualsiasi questione che riguardi lo yoga, per la semplice ragione che la traduzione nelle lingue occidentali preclude ogni possibilità di vera assimilazione. In sanscrito le parole hanno un significato che non è possibile riportare in altre lingue. Traducendole in tibetano, in cinese, in persiano, o in qualsiasi altra lingua orientale, è sì possibile dare l’idea del loro significato, ma questo già significa ricorrere ad un’altra terminologia; molto più difficile invece è tradurre il sanscrito nelle nostre lingue europee, così povere di sottili risorse lessicali quando si tratta di temi relativi allo Spirito o a Dio. È perciò dal significato dei termini espressi in sanscrito o in pali che si deve iniziare per poter fare una traduzione “più o meno” valida. Tale traduzione, tuttavia, è ancora molto imperfetta, poiché non tiene conto della meccanica del testo, del procedimento teologico, ecc. Inoltre non possiamo prescindere dall’incidenza della grossa questione dell’idea preconcetta così cara agli occidentali.

Sullo yoga è stato scritto un gran numero di libri, da orientali e da occidentali, e sono stati tradotti un buon numero di opere ed articoli di yoghi famosi. Ho ritenuto interessante presentare un testo sullo Yoga, visto da un occidentale che lo ha studiato e PRATICATO.

 

Che cos’è Kundalini

José Manuel Estrada: da Ensenanza viviente

Che cos’è Kundalini? In cosa si riconosce un individuo che ha sviluppato Kundalini? Molti credono che Kundalini sia vedere e parlare con Dio, con gli spiriti, sentire influenze, ecc…

No! Lo sviluppo di Kundalini è l’equilibrio tra Ida e Pingala in Sushumna, il Potere Divino, che viene da una conoscenza perfetta delle Leggi, in virtù delle quali esiste l’Universo Infinito. Viene da una realizzazione dell’Onnipresenza Divina, da una conoscenza basata sulla meditazione in se stessi sino a che il candidato realizzi un’unione con il Padre che sta nei cieli.

In che forma si manifesta? Nei suoi atti. Chi ha sviluppato Kundalini è sicuro di se stesso in ogni momento ed in ogni luogo in cui si trova e grazie a questa conoscenza realizza, è sicuro di ciò che dice perché è sicuro che realizza ciò che vuole.

Chi ha sviluppato Kundalini non può essere affrontato perché ispira rispetto, un certo timore – ricordiamoci del Cristo: di lui parlavano e si burlavano a distanza, però quando gli si avvicinavano ne rimanevano turbati e tacevano, non potevano affrontare quell’uomo imponente perché con una o due parole li lasciava confusi. Coloro che hanno sviluppato Kundalini non sono uomini che ostentano il loro potere, e fanno ciò che devono fare rispettando i loro limiti.

Il potere di Kundalini dà al candidato una natura ed un ragionamento chiaro delle cose, una visione che gli permette di conoscere il passato, il presente ed il futuro – non psichicamente – bensì semplicemente attraverso l’intuizione, si rendono conto che devono fare ciò che il cielo ordina loro e si convertono in strumenti della Divinità. In ogni momento osservano l’ambiente che li circonda e si rendono conto che si compie ciò che sta scritto nel cielo.

Chi ha sviluppato Kundalini non è religioso, né scettico, è semplicemente naturale. Ovunque vada dimostra in ogni momento la sua sicurezza e la sua serenità. Non vanno a caso, hanno una protezione che essi percepiscono e li fa sentire sicuri in ogni luogo, questa protezione è data da Kundalini. Allora vi rendete conto di cos’è veramente Kundalini e che cosa crede la gente al riguardo?

 

L’aristocrazia dello spirito

S.R. de la Ferrière: da l’Introduzione al Proposito Psicologico n. 23 

… se i nostri antenati avevano l’ambizione di mettere in evidenza le loro ricchezze materiali, ai nostri giorni noi siamo molto più interessati a costruire ‘cittadelle spirituali’, ‘fortezze’ della cultura, della scienza, dell’arte e, infine, templi di proporzioni universali… Numerosi castelli dell’aristocratica famiglia de la Ferrière sono attualmente in rovina e anche la signorile magione dell’antica contea de la Ferrière, in Francia, non presenta ormai che alcuni resti di mura completamente diroccate…
Che significa ciò? Semplicemente i tempi sono cambiati e se l’aristocrazia del denaro è ancora ricercata da alcuni ambiziosi senza scrupoli dalle pretese poco confessabili, è del tutto certo che la nobiltà di cuore vale molto di più. La vera aristocrazia è quella dello spirito, quella che si può ottenere unicamente attraverso un blasone guadagnato, non a forza di guerre, ma con ‘battaglie’ per il perfezionamento dell’individuo… Dopo tutto, quelle meraviglie architettoniche non sono che mucchi di pietre e noi preferiamo edifici di anime, che sono valori archeometrici eterni, capaci di stabilire il regno della pace nel mondo. Così dunque, facendo poca attenzione a quelle pretese ‘glorie perdute’, siamo orgogliosi oggi dei nostri atti e scritti che hanno svegliato l’interesse di milioni di esseri i quali seguono ora l’Ideale tracciato dal fondatore della Gran Fratellanza Universale… 

La Gran Fratellanza Universale e l’ordine naturale dell’Universo (parte 1)

José Marcelli Noli: Note 1001-1006

1001. La Gran Fratellanza Universale è un progetto per creare una Grande Famiglia Universale sana, cosciente e felice.

1002. Una famiglia Universale è quella che mantiene l’unità nella sua diversità, condividendo liberamente esperienze, senza promesse né minacce, e dà opportunità a tutti di crescere, secondo le possibilità di ciascuno, senza che nessuno sia inferiore agli altri.

1003. Le basi si trovano nell’Ordine Naturale dell’Universo, dell’Individuo e della sua interazione equanime con il macrocosmico e il microcosmico.

L’Universo è un insieme di insiemi di particelle che girano intorno ad un centro comune e si associano con altri insiemi di particelle per girare intorno ad un centro maggiore che si forma con insiemi di insiemi di centri minori, e mantiene la sua unità rispettando l’unità dei centri minori.

Questo fenomeno è presente in ogni individuo, che possiede una Coscienza Particolare che è la somma delle coscienze di tutte le sue particelle. Pertanto ogni individuo e ogni piano dell’Universo hanno una coscienza particolare, individuale, differente dalle coscienze di altri individui, anche quando si trovino sullo stesso piano di manifestazione.

1004. Questo Ordine di insiemi ed insiemi di insiemi, stabilisce gerarchie di Coscienza sia tra gli universi che tra gli individui, senza imporre ad altri universi o individui la preminenza della sua gerarchia, dato che questa è supportata dall’insieme delle sue gerarchie minori in forma naturale, e la sua gerarchia si accresce man mano che cresce la coscienza delle sue gerarchie minori.

1005. Le Gerarchie si formano in rapporto diretto con la crescita dell’Anima e della Coscienza. Ogni Anima è l’insieme di esperienze che servono come mediatore plastico tra il Potenziale Puro dell’Essere e la sua manifestazione come forma nello Spazio ed esistenza nel Tempo, cioè, tra il Centro di ogni insieme e la sua periferia. L’Anima, come insieme di esperienze è quella che dà Coscienza ad ogni insieme.

1006. Risulta così che l’insieme di insiemi di anime di un piano universale, o di un individuo, insieme formano l’Anima di una Gerarchia Superiore, proprio come l’insieme di insiemi di Anime dei piani di una dimensione forma l’Anima del primo livello di una dimensione superiore, cioè la successiva Ottava di manifestazione.

continua…

La Gran Fratellanza Universale e l’ordine naturale dell’Universo (parte 2)

José Marcelli Noli: Note 1007-1010

1007. Il TUTTO sta in tutto ed ogni cosa deve stare nel posto che le corrisponde. L’Unità si trova nella Diversità e l’Anima di un individuo e la Coscienza che lo crea, si trovano in ognuna delle sue particelle. Perciò tutti gli insiemi di particelle e tutti gli insiemi di insiemi dell’Universo e dell’Individuo lavorano con uno scopo comune, come i piedi, il fegato o il cervello di un Essere umano.

1008. Quando un insieme o insieme di insiemi perde l’Ordine che mantiene l’unità che gli deriva dal suo centro, il suo Essere, devia e perturba il suo insieme e l’insieme di insiemi di cui fa parte. Tuttavia, l’insieme di insiemi reagisce e tenta di ristabilire l’ordine dell’insieme perturbato per mezzo di agenti in forma di anticorpi che provengono dal sistema immunitario del proprio Individuo.

1009. Arrivati a questo punto, va detto qualcosa riguardo alle cure sovranormali. Normalmente l’Essere, o la somma di tutti i centri dell’Individuo, è capace di ristabilire l’armonia dei centri interessati, ma, in casi estremi, può ricorrere all’aiuto dell’un Essere Supremo che rappresenta il Centro di tutti i Centri della dimensione in cui si trova e si è prodotta la disarmonia, se la sua coscienza è sufficientemente sviluppata. Questo è ciò che misticamente si chiama cura miracolosa e si suppone che sia sempre alla portata di chi è disposto a pentirsi (o correggersi) degli eccessi che creano tale disarmonia.

1010. Nella Sacra Tradizione Iniziatica, la Coscienza come espressione dell’Anima dell’Iniziato, si riconosce attraverso i suoi atteggiamenti, i fatti e i suoi servizi impersonali, in maggiore o minore misura, rispetto agli Esseri in tutte le fasi di sviluppo che si trovano nella dimensione in cui esiste. Il Maestro che è autorizzato dal suo Maestro a riconoscere il Grado e ad assumersene la responsabilità, prende in considerazione la sua capacità di essere felice, perché un iniziato infelice serve solo a perturbare il piano di unità nella diversità. Il Grado emblematico di un Iniziato non rappresenta potere, preminenza o diritti da esercitare sugli altri. É semplicemente la capacità di servire, a giudizio di un Maestro.

Per chi suona la campana. Riflessioni su ”Nessun uomo è un’isola” di John Donne. Di Ermanno Tassi.

Per chi suona la campana

Riflessioni su Nessun uomo è un’isola di John Donne

Di Ermanno Tassi

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